In data 1° ottobre 2018 il Socio Alpino Luigi Tornaghi è andato avanti. La notizia ha suscitato profonda costernazione nel Gruppo. I funerali sono stati celebrati il 3 ottobre in Duomo a Monza.
Ci pare opportuno ricordare il nostro reduce attraverso la storia raccontata dalla figlia in un documento messo gentilmente a nostra disposizione: “Luigi Tornaghi è nato a Milano il 5 gennaio 1929 e residente a Monza in Via Carlo Alberto 39 è l’Alpino più anziano della Sezione degli Alpini del Gruppo di Monza Centro. Tutti gli Alpini della Sezione gli sono sempre vicini e non mancano mai di informarlo sugli eventi, ufficiali e non, che la sezione organizza nell’arco di ogni anno solare. Non solo lo informano, ma lo invitano e premono perché Luigi sia presente e partecipi dall’alto dei suoi 94 anni compiuti, anche in sedia a rotelle, non essendo più le sue gambe quelle “di una volta”. Ha sempre cercato di non mancare ai raduni e agli appuntamenti con il Corpo degli Alpini che gli hanno lasciato traccia indelebile nel cuore e nella mente. Oggi Luigi vi partecipa e sfila a bordo di una jeep che porta i commilitoni più anziani, o a bordo della sua sedie a rotelle, spinta da qualche amico alpino, tra i calorosi applausi del pubblico.
Luigi Tornaghi, oggi fiero di essere il veterano monzese, ha partecipato dal 01 luglio 1943 all’8 agosto 1943 alle operazioni di guerra che si svolgevano alla Difesa mobile degli aeroporti con il comando LXII Battaglione istruzione. Frequentava il secondo anno all’Università Bocconi, aveva 21 anni, quando nel gennaio 1943 fu chiamato alle armi dopo che altri amici erano già partiti. A Merano, presso la sede del 5° reggimento alpini, entrò nel V corso di formazione allievi ufficiali alpini di complemento come uno dei caporali allievi ufficiali. Nel giugno del 1943 si trovava a Solda con il suo reparto quando il 1 luglio questo battaglione fu trasferito a Tarquinia invece di essere inviato alla scuola di formazione a Bassano del Grappa per il completamento della preparazione. Il compito era arduo: si trattava di continuare le istruzioni e contemporaneamente essere impiegati al comando dell’allora tenente colonnello Fedele Martinoja, poi generale, con incarichi di difesa costiera e di aeroporti.
Allora si ipotizzavano sbarchi in quell’area. Durante la permanenza nei pressi della città etrusca, il LXII Battaglione continuò a seguire il programma di istruzioni, portando a termine quello di addestramento come se tutto il reparto fosse rimasto a Bassano del Grappa, e così fino agli esami di fine corso, che furono effettuati regolarmente. Luigi Tornaghi e i suoi compagni erano a Tarquinia il 25 luglio quando cadde il regime fascista; ed erano ancora lì l’8 settembre quando il generale Badoglio diffuse la notizia dell’armistizio. La confusione era grande, gli eserciti non sapevano da chi prendere ordini né chi fossero i nemici e chi gli alleati. Il LXII Battaglione restò compatto fino al 12 settembre e fronteggiò le truppe germaniche che si erano scaglionate lungo l’Aurelia e lungo le rotabili a nord di Tarquinia. Quando furono dichiarati liberi da qualsiasi obbligo, Tornaghi e i suoi commilitoni cercarono di tornare a casa.
Luigi Tornaghi, vestito in abiti civili e non certo di alpino, decise di partire a piedi e dopo due notti di cammino arrivò ad Attigliano, e riuscì con mezzi di fortuna a raggiungere Firenze, dove salì su un direttissimo per Milano. A Bologna il treno si fermò bloccato dalle SS che volevano controllare alcuni passeggeri. Nonostante Tornaghi cercasse di convincere le guardie di polizia tedesca della sua identità di studente che si trovava in Toscana presso un amico per andare a caccia, non riuscì nel suo intento, e le SS non gli credettero – forse perché riconobbero gli scarponi da alpino.
Lo arrestarono e lo portarono in una caserma abbandonata dove altri giovani erano stati già condotti. Dopo poco Tornaghi e gli altri con lui fu caricato su una tradotta insieme con moltissimi altri malcapitati. Tutti stipati, poca aria, niente cibo né acqua, diretti verso la Germania. Dopo qualche ora qualcuno si accorse che il vagone era chiuso male e che il filo spinato si poteva allentare. Tornaghi fu uno dei primi a gettarsi dal treno in corsa. Le guardie tedesche si accorsero e cominciarono a sparare, ma era troppo buio e lo mancarono. Tornaghi prese a correre nei campi fino a quando non giunse ad una cascina dove fu accolto e curato. Riuscì ad arrivare a Monza e si rifugiò nei pressi di Lesmo dove rimase fino alla dichiarazione della resa.
Entrò a far parte del Corpo Volontari Libertà – 201° Brigata Giustizia e Libertà – il 26 Aprile 1945, quale “gregario” con autorizzazione a portare armi, come dimostra il tesserino di Riconoscimento per la libera circolazione nel Comune di Monza.
Il 14 novembre 2000, Luigi Tornaghi ricevette dal Ministero della Difesa nella persona del Brig. Gen. CCrn Giacomo Milella, ai sensi della legge 2 agosto 1999, n. 277, con Decreto Ministeriale n. III/8/277/0016, in data 20 ottobre 2000, il conferimento a titolo onorifico del grado di Sottotenente Alpini. E’ socio tesserato ANA dal 1955/56 e la sua “Alpinità” alberga oggi forte e sicura nel suo cuore.”