Il 16 giugno di centoquattro anni fa gli Alpini del IV Corpo d’Armata espugnarono con un abile colpo di mano la vetta del Monte Nero, una posizione austriaca considerata inespugnabile per il profilo della montagna e per le difese che la presidiano. E’ stato il primo successo italiano nella Grande Guerra, poche settimane dopo la discesa in campo il 24 maggio 1915.
Il 22 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria e due giorni dopo, come recitano le prime due strofe della “Canzone del Piave” l’Esercito Italiano si mosse per schierarsi lungo il confine che divideva le Regioni Italiane del Nord Est da quelle dell’Impero Austro-Ungarico, confine fissato dopo la guerra del 1866 e che iniziando dallo Stelvio, correndo per le cime e infine seguendo il corso dello Isonzo giungeva al mare prima di Monfalcone.
Fra gli uomini che l’Italia aveva schierato vi erano cinquantadue Battaglioni di Alpini distinti fra loro con il nome delle Valli a cui, nell’anno seguente, ne furono aggiunti altri ventisette con i nomi dei monti. Furono molte le loro imprese memorabili ma qui vogliamo ricordare solo la prima, realizzata nemmeno un mese dopo l’inizio della guerra – esattamente nella notte fra il 15 ed il 16 giugno 1915 – con la conquista del Monte Nero, (q. 2245), oggi in Slovenia, che ergendosi sulla sinistra del fiume Isonzo era fondamentale per il controllo di tutta l’alta valle del fiume e, per gli Austriaci, assolutamente imprendibile.
Nel 1914, poche settimane dopo lo scoppio della guerra, benché’ l’Italia si fosse dichiarata neutrale, due Battaglioni del Terzo Alpini di stanza in Piemonte, il Susa e il Pinerolo, comandati dal Colonnello Donato Etna, si trasferirono nel Friuli dove furono poi raggiunti dai Battaglioni Exilles e Val Pellice. Alle ore 0 del 24 maggio 1915, anticipando di quattro ore i movimenti del resto del fronte, i Battaglioni Exilles e Susa varcarono la frontiera dell’Isonzo dirigendosi verso la conca di Plezzo ed attestandosi alle pendici del Monte Stol.
All’alba del 16 giugno, dopo una marcia notturna di varie ore, sei compagnie di Alpini dei Battaglioni Susa ed Exilles divisi in cinque colonne, partendo da quota m.1602 mossero all’attacco del Monte Nero e del contiguo Monte Rosso con una manovra a tenaglia e, nel silenzio assoluto con attacco alla baionetta per non farsi scoprire, ne occuparono le vette costringendo alla resa i due presidii, catturando numerosi austriaci fra cui il Comandante del I Reggimento, il Tenente Colonnello von Balogh con tutto il suo Stato Maggiore.
Questa azione sulla quale i nostri avversari così si espressero “Giù il cappello davanti agli Alpini. Questo è stato un colpo da maestro “ed ebbe molti riconoscimenti anche sulla stampa di Paesi estranei al conflitto, costò molte perdite. Mentre non si conosce il numero dei feriti, che probabilmente fu elevato, sappiamo esattamente il numero dei caduti: cinquantacinque nell’Exilles e sessantadue nel Susa.
Furono molte le decorazioni al Valor Militare assegnate; vennero attribuite la Medaglia d’Argento ai due Battaglioni e 167 medaglie individuali con un rapporto di circa 1 a 10 rispetto agli uomini impegnati. Terminata la guerra ai caduti fu dedicato un Sacrario in cima al Monte Nero sul cui frontone era incisa questa frase:
“Quassù’, o Alpini,
Voi scriveste la storia,
Il monumento ve lo fece Iddio”
Quando quella parte di territorio fu assegnata alla Slovenia il Sacrario fu distrutto nel 1951 e i resti dei caduti, benché’ fossero stati tutti identificati al momento della prima sepoltura, trasferiti in un anonimo ossario a Kobarid come oggi si chiama Caporetto.
Alla imperitura memoria di questa impresa resta comunque una canzone che i Cori Alpini cantano spesso: La Canzone del Monte Nero
Spunta l’alba del quindici giugno
Comincia il fuoco dell’artiglieria
Terzo Alpini è sulla via
Monte Nero conquistar
Monte Nero Monte Rosso
Traditor de la via mia
Ho lasciato la mamma mia
Per venirti a conquistar
Per venirti a conquistare
Ho perduto tanti compagni
Tutti giovani sui vent’anni
La lor vita non torna più
Colonnello che piangeva
A veder tanto macello
Fatti coraggio Alpino bello
Che l’onor sarà per te
Autore
Alpino Domenico Borella di Chivasso
3ª Compagnia “Exilles”
Caduto sul Pasubio il 19 giugno 1916