Il 12 marzo 2016 a Paluzza, Comune Carnico nel Friuli-Venezia Giulia, fu celebrato l’ultimo ammainabandiera alla Caserma Plozner e due giorni dopo, il 14, se ne iniziarono i lavori di demolizione.
La Caserma negli anni aveva ospitato vari battaglioni Alpini: il VII Genio Trasmissioni, il Mondovì, il Valtagliamento, il Tolmezzo e altri. Fu edificata nel 1933 e dopo aver attraversato varie vicende – nel 1952 fu addirittura trasformata in Sanatorio per i reduci che rientravano in patria colpiti dalla tubercolosi – restò in attività fino al 1991 quando, in seguito alla ristrutturazione dell’Esercito, i reparti che la occupavano furono sciolti. Il complesso, abbandonato, andò rapidamente in degrado cosi che nel 2016 fu necessario abbatterla.
La Caserma Plozner era l’unica caserma Italiana dedicata ad una donna, a Maria Plozner Mentil originaria di Paluzza, che con altre compagne della zona, aveva svolto il ruolo di “Portatrice” dall’inizio della Prima Guerra Mondiale fino alla rotta di Caporetto. Erano un gruppo di donne eccezionali che con il loro contributo permisero agli Alpini stanziati sulle Alpi carniche di sopravvivere, combattere e mantenere le posizioni.
Il fronte fra l’Italia e l’Austria, che in gran parte correva sulle cime, bloccava il passaggio dall’Austria verso la Carnia e quindi era assolutamente necessario difenderlo. Vi erano stanziati circa dodicimila Alpini che, per vivere e combattere, ogni giorno avevano bisogno di cibo, munizioni, medicinali e altro materiale. I magazzini però erano dislocati a fondo valle e non vi erano né strade, né mulattiere che permettessero il transito di mezzi meccanici o di animali. Il trasporto poteva essere effettuato solo a spalla ma questo richiedeva l’utilizzo molti uomini sguarnendo, in questo modo, la linea di combattimento.
Il Comando Militare pensò allora di rivolgersi agli abitanti della zona che accolsero subito la richiesta. Solo che la maggioranza degli uomini validi era già da tempo schierata in prima linea e quindi nei paesi restavano solo anziani, ragazzi e donne. Furono quindi loro che, rapidamente, formarono delle schiere di “Portatrici, in totale circa millecinquecento unità, di età compresa fra i 12 e i 60 anni e che, pur non essendo sottoposte alle regole militari, furono inquadrate nei vari reparti e munite di un bracciale rosso sul quale era riportato il numero del reparto per cui lavoravano
La loro attività era così regolata.
Ogni mattina all’alba, con qualsiasi condizione atmosferica, si presentavano al reparto di appartenenza munite della “Gerla”, una cesta di vimini intrecciati a forma di cono rovesciato e munita di due spallacci di cuoio per essere portata a spalla – la stessa che abitualmente adoperavano per raccogliere il fieno – la riempivano del materiale necessario ai combattenti, che spesso erano i loro stessi mariti, con un peso che poteva raggiungere i trenta-quaranta chili. Così caricate, a gruppi di 10/15 iniziavano a scalare la montagna superando dislivelli anche di più di 1000 metri sotto il costante pericolo dell’artiglieria austriaca. Giunte a destinazione scaricavano le gerle, se necessario le ricaricavano con altro materiale da portare giù, e poi tornavano a valle, alle loro case, dove le attendavano le abituali faccende domestiche. Per questa attività l’Esercito le retribuiva con una lira e cinquanta centesimi al giorno (oggi corrisponderebbero a circa due Euro).
Varie di loro, essendo spesso scoperte dagli Austriaci, furono fatte bersaglio di colpi di fucile riportando gravi ferite. Maria Plozner Mentil fu colpita a morte il 15 febbraio 1916 da un cecchino austriaco a Malpasso di Pramosio, sopra Timau mentre, con una amica, stava riposando a lato della strada. Aveva 32 anni e aveva quattro figli. L’Esercito le riservò un funerale con gli onori militari alla presenza dei Comandanti dei reparti della zona e fu sepolta nel cimitero di guerra di Timau accanto agli Alpini caduti in battaglia.
Nel 1997 dietro sollecitazione dell’A.N.A. il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, le conferii la Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria appuntandola sul petto della figlia, Dora Mentil ancora vivente, con la seguente motivazione
“Madre di quattro figli in tenera età e sposa di un combattente sul fronte Carsico, non esitava ad aderire, con encomiabile spirito patriottico, alla drammatica richiesta rivolta alla popolazione civile per assicurare i rifornimenti ai combattenti in prima linea. Conscia degli immanenti e gravi pericoli del fuoco nemico, Maria Plozner Mentil svolgeva il suo servizio con ferma determinazione e grande spirito di sacrificio ponendosi subito quale sicuro punto di riferimento ed esempio per tutte le “Portatrici Carniche”, incoraggiate e sostenute dal suo eroico comportamento. Curva sotto il peso della “gerla” veniva colpita mortalmente da un cecchino austriaco il 15 febbraio 1916, a quota 1619 di Casera Malpasso, nel settore Alto But ed immolava la sua vita per la Patria. Ideale rappresentante delle “Portatrici Carniche” tutte esempio di abnegazione, di forza morale, di eroismo, testimoni umili e silenziose di amore di Patria.
Il Popolo Italiano la ricorda con profonda ammirata riconoscenza.
D.P.R.29 aprile 1997.
Scalfaro poi, Il 31 dicembre 1997, così le ricordò nel suo discorso di fine anno: “Ho portato la croce di Cavaliere di Vittorio Veneto a ciascuna di loro. Mi tremava la mano nel momento in cui cercavo di sistemarla al petto di queste donne”
Le ultime, con indosso le loro gerle, sfilarono assieme agli Alpini nell’Adunata Nazionale di Udine del 1974.
A Maria Plozner Mentil, oltre alla Caserma di Paluzza, sono state dedicate:
• La Batteria Comando del 3° Reggimento Artiglieria da Montagna
• Il Monumento nel Cimitero di Timau ove riposa.
• Un monumento eretto a Sabaudia dalla Sezione A.N.A. di Latina, zona dove risiedono molti Alpini a suo tempo emigrati dalla Carnia.